Luigi Di Maio prova a tenere alta la tensione con il Pd per difendere anche la sua credibilità nel MoVimento 5 Stelle.
Difficile a credersi, ma rispetto al primo governo Conte per Luigi Di Maio le cose sono addirittura peggiorate. Il leader pentastellato infatti deve fare i conti non solo con gli attacchi dell’alleato di governo, ma anche con quelli della base del Movimento 5 Stelle, dove si contano più filo-leghisti che filo-dem.
Luigi Di Maio tiene alta la tensione con il Pd per difendere il suo ruolo di leader nel Movimento 5 Stelle
I progetti di Giuseppe Conte di dare vita a un governo stabile e senza tensioni sembra destinato a naufragare a causa dell’esuberanza di Luigi Di Maio. Il capo del MoVimento per non essere delegittimato ha bisogno di attaccare il Pd. Deve prenderne le distanze, deve sottolineare come lui questo governo non lo volesse proprio fare. La conferma arriva nelle ore calde della trattativa sul patto civico per le elezioni regionali in Umbria.
Alessandro Di Battista attacca il Partito democratico e Luigi Di Maio fa scopa dicendo di essere sempre stato scettico nei confronti dell’alleanza giallorossa ma di aver ceduto il passo di fronte alla richiesta di Beppe Grillo e al risultato plebiscitario (?) del voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau.
Il rischio del fuoco amico, Di Maio prova costantemente a prendere le distanze dal Pd (almeno a parole)
Nel governo Conte Bis Di Maio sta facendo il Salvini della situazione, come suggeriscono anche fonti vicine al Nazareno. Sta tenendo alta l’asticella della tensione nella speranza di dettare legge all’interno della coalizione. Inoltre fare il nemico del Partito democratico gli consente almeno di provare a difendere la credibilità dopo mesi in cui i motti del Movimento Cinque Stelle, intonati e recitati liturgicamente anche da Di Maio, sono stati Mai con il Pd e Parlateci di Bibbiano.